Contro il pensiero unico

Contro il pensiero unico

C’è chi parla di un’emergenza democratica che si aggiungerebbe a quella sanitaria. C’è chi si spinge ancora più avanti evocando metaforicamente scenari autoritari o addirittura totalitari. Di sicuro c’è solo il fatto che il Paese sta attraversando una lunghissima e complessa fase di transizione non priva di contraddizioni e incongruenze, con il risultato che i cittadini stentano – ogni giorno di più – ad orientarsi nel mare magnum della decretazione d’urgenza, fra i mille rivoli e
meandri della gerarchia legislativa nazionale.


Sin dalla sua fondazione, in un’Italia di fine Ottocento attraversata da tumulti e cambiamenti, Il Vomere ha accompagnato gli snodi più importanti della storia locale e nazionale, senza ideologismi o partigianerie, al solo scopo di spiegare e raccontare i fatti. Continueremo a farlo ogni giorno in un’Italia che si accinge a riprendere le sue attività dopo la pausa estiva, alle porte di un
autunno denso di attese e non privo di incognite.


Questa era Piazza del Popolo sabato pomeriggio 18 settembre alle 16:30 durante la manifestazione di Giorgia Meloni a sostegno della candidatura di Enrico Michetti a sindaco di Roma. Si è parlato di
pandemia, vaccini e credibilità della campagna vaccinale, di green pass, tamponi gratuiti, scuola,
economia, politica, società e, soprattutto, di futuro: “Noi non abbiamo paura di dire la verità” – ha
affermato la Presidente di Fratelli d’Italia. Ma si è parlato naturalmente anche di Roma, di una
capitale da riscattare dal degrado, del comune più popoloso, più esteso e complesso d’Europa, del
suo possibile Risorgimento. “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana,
sono italiana, – ha dichiarato Giorgia Meloni – ma sono anche fieramente romana”. “Conosco
l’anima di questa città – ha aggiunto – e non la riconosco più”.
Il dibattito è aperto.