Il giorno nero della sanità siciliana. 10 arresti. C’è anche il direttore generale Asp di Trapani Fabio Damiani. Ai domiciliari Antonino Candela coordinatore per l’emergenza Covid

Il giorno nero della sanità siciliana. 10 arresti. C’è anche il direttore generale Asp di Trapani Fabio Damiani. Ai domiciliari Antonino Candela  coordinatore per l’emergenza Covid

Il giorno nero nella sanità siciliana che ci riporta indietro negli anni sconcertanti di tangentopoli. La maxi operazione ha svelato un intreccio perverso su un sistema che avrebbe consentito di pilotare appalti milionari della Sanità in Sicilia. L’indagine che coinvolge imprenditori e funzionari pubblici ha potato all’arresto di dieci persone accusate a vario titolo di corruzione. In manette Fabio Damiani, attuale direttore generale Asp Trapani.Agli arresti domiciliari Antonino Candela, attuale coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19, già commissario straordinario e direttore generale Asp di Palermo. Gli investigatori avrebbero accertato un giro di mazzette che ruotava intorno alle gare indette dalla Centrale unica di committenza della Regione Siciliana e dell’Asp 6 di Palermo a partire dal 2016, per un giro d’affari di 600 milioni.

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Damiani, palermitano, era stato nominato commissario straordinario dell’azienda Sanitaria Provinciale di Trapani a fine 2018. Dirigente avvocato dell’Asp di Palermo dal 2003, aveva ricoperto il ruolo di responsabile del settore Economico finanziario e Provveditorato dell’azienda palermitana. E’ stato anche direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello di Palermo e nel 2013 è stato commissario liquidatore del Ciapi di Palermo. Dal 2016 al 2018 ha diretto la Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana.

La maxi operazione, denominata “Sorella Sanità”, è stata condotta dai militari del comando provinciale di Palermo della Guardia di Finanza.

Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i finanzieri del locale Comando Provinciale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale del capoluogo

Oltre a Damiani sono finiti in carcere: l’agrigentino Salvatore Manganaro, faccendiere di riferimento del dg trapanese; Giuseppe Taibbi; Francesco Zanzi, amministratore delegato della Tecnologie Sanitarie Spa; Roberto Satta, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie Spa; , Angelo Montisanti responsabile operativo per la Sicilia di Siram Spa e amministratore delegato di Sei Energia scarl; Crescenzio De Stasio, direttore unità business centro sud di Siram Spa; Ivan Turola, referente occulto di Fer.Co. Srl; Salvatore Navarra, presidente del consiglio di amministrazione di Pfe Spa.

E’ stata applicata la misura del divieto temporaneo di esercitare attività professionali, imprenditoriale e pubblici uffici nei confronti di Giovanni Tranquilo, referente occulto di Euro&Promos Spa e Pfe Spa, e di Giuseppe Di Martino ingegnere e membro di commissione di gara.

Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto inoltre il sequestro preventivo di 7 società con sede in Sicilia e Lombardia, nonché di disponibilità finanziarie per 160 mila euro, quale ammontare allo stato accertato delle tangenti già versate: le tangenti promesse ai pubblici ufficiali raggiungono, però, una cifra pari ad almeno un milione e 800 mila euro. Le tangenti promesse ai pubblici ufficiali raggiungerebbe tuttavia una cifra pari ad almeno 1.800.000 euro, su gare pe un importo complessivo di quasi 600 milioni di euro.

Le  indagini sulla Sanità in Sicilia che sarebbero stati pilotati, sono state eseguite dal Nucleo di polizia economico – finanziaria delle fiamme gialle palermitane con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti, videoriprese, esami documentali e dei flussi finanziari, hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un centro di potere composto da faccendieri, imprenditori e pubblici ufficiali che avrebbero operato in modo da consentire di ottenere vantaggi economici nel settore della sanità.

Sono state analizzate 4 procedure ad evidenza pubblica interessate da condotte di turbativa, aggiudicate a partire dal 2016 ,il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro.

Le condotte illecite del sistema garantivano l’arricchimento personale dei pubblici ufficiali e dei loro intermediari, mediante l’applicazione di un tariffario che si aggirava intorno al 5% del valore della commessa aggiudicata. Gli operatori economici vincitori delle gare, importanti società di livello nazionale, erano consapevoli e partecipi delle dinamiche criminali, dalle quali traevano un vantaggio che avrebbe remunerato nel tempo il pagamento delle tangenti.

Candela intercettato diceva “La sanità è un condominio ed io sempre capo condominio rimango”

“Un quadro sconsolante- dice il giudice- di corruzione sistemica. Ci siamo trovati di fronte a quelli che posso definire predatori delle risorse pubbliche, predatori spregiudicati”.

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