I briganti al convegno internazionale di Bari, i pupi antimafia raccontano Rosario Livatino. Per Domenica al museo ecco La presa di Risa e con il ciclo di letture inclusive (anche in Lis) si va… Per antichi mestieri

I briganti al convegno internazionale di Bari, i pupi antimafia raccontano Rosario Livatino. Per Domenica al museo ecco La presa di Risa e con il ciclo di letture inclusive (anche in Lis) si va… Per antichi mestieri

Storie e rappresentazioni di Briganti,
Rosario Perricone al convegno internazionale di Bari

Un mondo che ha sempre affascinato, quello dei briganti: un microcosmo di luci e ombre entrato a far parte dell’immaginario collettivo, oltre che della storia.
Si chiama Altri briganti. Immaginari del fuorilegge in età moderna e contemporanea il convegno internazionale che si terrà all’Università di Bari Aldo Moro da mercoledì 8 a venerdì 10 marzo.

Il direttore del Museo Pasqualino, Rosario Perricone, interverrà l’8 marzo dalle 15 sul tema I briganti nell’opera dei pupi siciliani. Testi, immagini e rappresentazioni .

Link ZOOM https://tinyurl.com/altri-briganti ID: 819 5943 4357 – Passcode: P27vvk

Storia di Livatino, nuovo appuntamento con i pupi antimafia

In scena Storia di Rosario Livatino. Un giudice perbene, lo spettacolo che la Compagnia marionettistica popolare siciliana di Angelo Sicilia metterà in scena al Museo delle Marionette giovedì 9 marzo alle ore 17.

I pupi antimafia narreranno la storia del giudice Rosario Livatino ucciso dalla stidda agrigentina nel 1990, a soli 38 anni. Giovanissimo magistrato, fu sostituto procuratore ad Agrigento in un periodo buio e difficile della storia siciliana, riportando alla luce le trame ed il malaffare di una provincia con due mafie: cosa nostra e la stidda. Il percorso di fede e giustizia ha accompagnato Livatino fino alla morte.

Compagnia Marionettistica popolare siciliana. È stata fondata a Palermo nel 2001 da Angelo Sicilia, regista e studioso della storia del teatro dei pupi di scuola palermitana. Con le radici nell’Opera dei pupi tradizionale, Sicilia ha avviato un percorso di rinnovamento nell’ambito del repertorio del teatro delle marionette siciliane e affianca alle storie del repertorio cavalleresco le vicende di cronaca recente, intendendo così riattualizzare questa forma di teatro popolare, da sempre capace di intercettare le istanze della società contemporanea. La compagnia propone un’Opera dei pupi “antimafia”, i cui protagonisti sono, oltre a Giuseppe Di Matteo, anche Peppino Impastato, don Pino Puglisi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: è così che la forza espressiva e comunicativa dei pupi tradizionali viene suggestivamente messa al servizio di spettacoli di impegno civile. Numerosi i premi ricevuti per l’innovativo ciclo antimafia e per l’impegno sociale e civile.

Tutti gli spettacoli sono realizzati con il contributo del Ministero della cultura – Servizio II Ufficio UNESCO -Legge 20 febbraio 2006, n. 77 – Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO. Progetto: “L’opera dei pupi siciliani: pianificazione strategica, trasmissione, valorizzazione”.

Società Dante Alighieri, conferenza su Calvino

È Calvino e il cantacronache il titolo della conferenza organizzata dalla Società Dante Alighieri di Palermo al Museo Pasqualino, venerdì 10 marzo alle 18.
A coordinare le riflessioni di Giovanni Inzerillo, in occasione del centenario della nascita dello scrittore, sarà Domenica Perrone.

Fornaie, contadini, tonnaroti: ecco Per antichi mestieri,
il laboratorio di lettura inclusiva a cura Alessia Franco, interpretato anche in Lis

Essere una fornaia nell’Ottocento. Oppure un artigiano nella Sicilia Medievale, o ancora un tonnaroto nel Quattrocento. Si chiama Per antichi mestieri, il laboratorio di lettura inclusiva a cura di Alessia Franco, in collaborazione con Francesca Sforza e Alessia Anzà.

Per antichi mestieri è un percorso di lettura ad alta voce, inclusiva e partecipata, che verrà anche interpretato in Lis (Lingua dei segni italiana). Un viaggio lungo tre incontri – al Museo delle Marionette l’11, il 18 e il 25 marzo – che, passando per la fiaba e ma anche attraverso documenti a studi tematici, esplorerà i mestieri di terra e quelli di mare.
Sabato 11 marzo alle 11 si terrà il primo incontro, Fare la fornaia nell’Ottocento siciliano: la fiaba di Tizzoncino.

Si può capire un antico mestiere anche leggendo una fiaba? La risposta è affermativa, e ce lo dimostra il raccontoSpera di sole, di Luigi Capuana. La protagonista viene chiamata Tizzoncino perché è sempre ricoperta di fuliggine: fa la fornaia insieme alla madre. E si muove con la sua risata cristallina in un mondo non sempre facile. Ma lei non si scoraggia, e con abilità e ironia riesce a collegare il mondo di chi lavora per vivere e quello di chi regna.

                                                                  Domenica al museo, va in scena La presa di Risa
La domenica è il giorno che, ormai per tradizione, il Museo Pasqualino dedica ai piccoli visitatori e alle loro famiglie. A cominciare dal mattino, con la rassegna, nuova di zecca,Domenica al Museo. Fino al 28 maggio, tutte le domeniche, al Museo prenderà il via un ricco programma in cui si alterneranno laboratorispettacoliletture ad alta voce di fiabe, racconti e avventure.

Domenica 12 marzo, come di consueto alle 11, sarà la volta dello spettacolo di opera dei pupi della Compagnia Gaspare Canino, che metterà in scena La presa di Risa.

Preso prigioniero dall’imperatore di Biserta Agolante, il paladino Milone d’Anglante viene liberato provocando l’ira del sovrano. Almonte, figlio dell’imperatore, giura allora vendetta e mette sotto assedio la città di Risa, accompagnato dalla sorella Galiacella. Piantati tende e padiglioni, Almonte sfida Ruggero ma per tre volte viene battuto. Interviene allora Galiacella che, in onore del fratello, affronta il paladino. Nel corso del duello però, i due giovani si innamorano e Ruggero conduce la fanciulla dentro le mura di Risa. Lei entra nelle grazie di Rampaldo e dei figli, Milonetto e Beltrame, fratelli di Ruggero. Beltrame s’innamora di Galiacella ma, rifiutato, nottetempo si reca da Almonte e trama contro la sua famiglia. Uccise le guardie, apre le porte della città al nemico e durante la battaglia uccide a tradimento il padre e i fratelli.

Compagnia Opera dei pupi siciliani Gaspare Canino. Nasce nel 1997, fondata da Salvatore Oliveri, nipote di parte di madre di Gaspare Canino, ultimo puparo e oprante attivo ad Alcamo e in tutta la provincia di Trapani. Capostipite della famiglia fu Liberto Canino, considerato tra gli iniziatori dell’Opera dei pupi a Palermo. Intorno al 1830 Canino aprì il suo primo teatro in via dei Fornai, nell’antico quartiere dell’Albergheria a Palermo. Uno dei suoi figli, Luigi, appresa l’arte del padre alla fine dell’Ottocento, si trasferì ad Alcamo. Dei cinque figli di Luigi soltanto due faranno i pupari: Guglielmo, che si trasferisce a Sciacca, e Gaspare, il quale resta ad Alcamo e aiuta il vecchio padre. Dopo la scomparsa di Gaspare, nel 1977, l’Opera dei pupi non viene più rappresentata ad Alcamo e in tutta la provincia di Trapani, finché nel 1990 il nipote Salvatore Oliveri torna a dedicarsi a quest’arte, aprendo un teatro.

Costo del biglietto: 5 euro

Torna al programma completo: https://bit.ly/3XkSBMF

Tutti gli spettacoli sono realizzati con il contributo del Ministero della cultura – Servizio II Ufficio UNESCO -Legge 20 febbraio 2006, n. 77 – Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO. Progetto: “L’opera dei pupi siciliani: pianificazione strategica, trasmissione, valorizzazione”.

A Sortino nuovo appuntamento con i pupi della famiglia Puglisi

Ancora un nuovo spettacolo della Famiglia Puglisi al teatro comunale di Sortino (Siracusa), domenica 12 marzo alle 18, con Ruggiero di Risa (adattamento scenico e regia di Ignazio Puglisi; musiche curate da Marco Cannata).

Almonte (figlio di Agolante) si propone al padre per marciare contro i Cristiani e vendicare la morte dello zio Guarniere. Agolante sente il saggio re Subrino, che gli sconsiglia l’impresa decantando la forza di Carlo e dei suoi uomini, soprattutto di Ruggiero di Risa. Almonte ottiene comunque il permesso di attaccare, portando con sé un forte esercito e la sorella Galiacella, prode guerriera, che si invaghisce di Ruggiero. Almonte assedia Risa e manda un messo per sfidare Ruggiero. Questi lo affronta in duello, lo disarciona più volte e lo lascia comunque libero. Nonostante sia innamorata, Galiacella è in dovere di sfidare Ruggiero, da cui viene vinta e a cui dichiara la propria passione. Anche il paladino resta affascinato dalla guerriera e la conduce con sé in città, dove si converte al Cristianesimo. Alla mano di Galiacella, però, aspira anche Beltramo, il vile fratello maggiore di Ruggiero. Ruggiero e Galiacella si sposano. La donna è già gravida un giorno in cui, approfittando dell’assenza del fratello, Beltramo cerca di sedurla con la forza. Dopo il rifiuto della donna, Beltramo ordisce il tradimento. Va al campo di Almonte e (accusando padre e fratello di volergli usurpare il diritto al regno) lo esorta a prendere la città di notte, aprendogli egli stesso le porte. Risa cade. Ruggiero, il fratello minore Milonetto e lo stesso Rampaldo vengono uccisi dalle frecce del traditore Beltramo e Galiacella è fatta prigioniera. Al campo, infine, la guerriera africana svela la vera ragione del tradimento di Beltramo e Almonte ordina la più atroce esecuzione del traditore.

L’Antica compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi, attiva da cinque generazioni, rappresenta una di quelle realtà che ha contribuito all’espansione dell’Opra in Sicilia. Il personaggio più famoso della famiglia è sicuramente Don Ignazio Puglisi, che riusciva a prestare la voce a tutti i personaggi in scena senza che il pubblico potesse capire che provenisse da una sola persona. Dopo qualche anno dalla morte di Don Ignazio, il nipote, Ignazio Manlio, riprende l’attività ereditata dal nonno. Oggi la Compagnia ripropone l’antica gloria del teatro utilizzando fedelissime copie di pupi del tempo alti fino a 130 cm e pesanti oltre 30 kg.

Tutti gli spettacoli sono realizzati con il contributo del Ministero della cultura – Servizio II Ufficio UNESCO -Legge 20 febbraio 2006, n. 77 – Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO. Progetto: “L’opera dei pupi siciliani: pianificazione strategica, trasmissione, valorizzazione”.

Dalla penna di Giusto Lo Dico alla scena: ogni giorno i pupi al Museo

Sono ormai di casa perché ogni giorno si esibiscono, raccontando storie di guerre, amori e incanti. Sono i pupi del Museo Pasqualino, ogni lunedì alle 11, e da martedì a sabato alle 17in Sala teatro.

Dalla penna di Giusto Lo Dico, autore di Storia dei paladini di Francia, prendono vita come per incanto battaglie, amori, sortilegi, personaggi fantastici e prodigi senza tempo.

Biglietto: 10 euro (intero) – 8 euro (ridotto)