Badia Grande accoglie il progetto “Trama, Tessuti d’Amore”, una copertina per i bimbi che approdano o nascono a Lampedusa

Badia Grande accoglie il progetto “Trama, Tessuti d’Amore”, una copertina per i bimbi che approdano o nascono a Lampedusa

Belle, colorate, ma soprattutto calde, perché fatte col cuore di mamme, nonne zie… per quei bimbi meno fortunati venuti dal mare. Sono le variopinte copertine lavorate ai ferri, all’uncinetto o cucite, donate all’Hotspot di Lampedusa condotto dagli operatori della Cooperativa Sociale Badia Grande, nell’ambito del progetto di solidarietà “Trama, Tessuti d’Amore” dedicato ai bimbi al seguito o meno delle proprie mamme e a quelle giovani donne in gravidanza che hanno “sfidato” il Mediterraneo in cerca di un futuro migliore. Non solo un bene di consumo ma una mano tesa, un segno di accoglienza che trasuda di tanto calore umano. La copertina è solo un piccolo segno di chi non sa restare indifferente davanti all’esodo di diverse centinaia di persone che sbarcano a Lampedusa, un’immane tragedia che da anni si ripete quotidianamente nel Mediterraneo. “Trama, Tessuti d’Amore”, è un progetto di solidarietà, nato per caso a Lampedusa durante una vacanza, che coinvolge – oggi – decine di donne da un capo all’altro del Paese, le quali si prodigano per donare una copertina ai cosiddetti ‘piccoli di Lampedusa’.

“Abbiamo creato una rete di donne con la passione per il cucito per i lavori a maglia con i ferri o con l’uncinetto – dice con un pizzico di orgoglio Ornella Pasquinelli, donna di Seveso impegnata nel sociale ed ideatrice del progetto Trama Tessuti d’Amore -. Eravamo sull’Isola per una vacanza ma la nostra attenzione di persone che da decenni operano nel sociale veniva attirata dal “tam tam” dei mass media che annunciavano l’arrivo di barconi e di navi delle ONG piene di immigrati, bisognosi di cure, assistenza ed attenzioni. Da donna ho subito pensato ai bimbi, in particolare ai neonati, alle giovani donne che, nonostante il “peso” di una gravidanza affrontano ugualmente i pericoli della traversata in cerca di un futuro migliore”.

Quella che era solo un’idea diventa subito una splendida iniziativa solidale con i bambini migranti che giungono sull’Isola, grazie all’intercessione di un agente della Polizia di Stato che ha fatto da trait d’union tra le donne del progetto “Trama, Tessuti d’Amore” e lo staff della Cooperativa Sociale Badia Grande, in particolar modo con la direttrice Francesca Trombino, che gestisce l’Hotspot di Lampedusa. Antonio Manca (Presidente della Cooperativa Badia Grande) ha ben accolto l’iniziativa delle donne di “Trama, Tessuti d’Amore” condividendone lo spirito Una copertina vuole solo essere quel ponte, quel messaggio di speranza, quell’abbraccio di tenerezza che sarà loro necessario per prendere fiato e ricominciare. È come l’albero del ricino di cui parla la Bibbia: un riparo, un ristoro per riprendere il cammino. La copertina di Trama, “Tessuti d’Amore” diventa simbolo della solidarietà e dell’accoglienza, un importante segnale di calore umano… perchè come recita il proverbio africano: “Dove c’è l’amore anche la pelle di una pulce basta per coprire 5 persone”.

Nei giorni scorsi sono state consegnate 40 coperte della misura 60×80 cm di lana o di cotone, sia lavorate a maglia con i ferri o con l’uncinetto, sia cucite, nonché vari peluche e poncho per i bimbi. Altrettante copertine sono pronte per essere spedite, mentre il numero dei manufatti è in continua crescita come quello delle donne che dal nord al sud si stanno unendo al gruppo di lavoro inviando un’email a: ornella.pasquinelli1956@gmail.com. Tutti i manufatti sono stati realizzati con materiali di prima qualità e “tramati” con lo stesso amore che ha una mamma, una nonna, una zia… per il “proprio” nascituro, tant’è che i manufatti sono stati corredati da un bigliettino o un ricamo con il nome di battesimo di chi lo ha artigianalmente confezionato. E’ questa la particolarità che contraddistingue il progetto “Trama, Tessuti d’Amore” da altre iniziative del genere, perché i loro manufatti riscaldano i cuori dei bimbi e delle loro mamme, sbarcati sull’Isola “Porta dell’Europa” e ospitati all’Hotspot di Lampedusa, perché comprendano che, seppure lontani da casa, non sono soli.