Buon viaggio nonno d’oro…

Buon viaggio nonno d’oro…


Questa non vuole essere di certo una pagina onirifica, né tanto meno autoreferenziale, per esaltare un uomo sicuramente molto stimato per le sue qualità professionali ed umane. Non è questo il mio intento, così come non è
quello dei miei cugini, di mio fratello Isidoro e di mia figlia, che hanno contribuito a rendere queste poche e semplici parole che seguiranno essenziali ad offrire un saluto dignitoso ed amorevole a nostro nonno. E’ stato un po’ difficile
per noi, all’inizio, trovare le parole giuste, per evitare di elogiare le doti di un nonno defunto che, forse, ciascuno, di fronte alla perdita del proprio nonno, elogerebbe per la sua carica affettiva. Ma, in realtà, inutile negarlo, per ciascuno
noi, Nonno Isidoro è stato un nonno un po’ speciale. Oggi, sia per la professione che svolgo, che mi porta naturalmente a (provare a) guardare e guardami dentro, nelprofondo, ed in veste di prima “nipota”-come lui mi ha sempre chiamata- di un gruppo saldo di ben otto cugini, sono colei che si “presceglie” a tramutare in parole un immenso bagaglio di ricordi, emozioni e nozioni sulla vita che lui ci
lascia. Inizialmente sembrava molto arduo dare un senso narrativo a tutto ciò che emergeva, ma credo, e so, che non ci sia modo migliore per celebrare un affetto, per lasciarlo andare e, nello stesso tempo, per potere custodire ciò che
di più bello ed essenziale esso ha donato. Un vero omaggio, dunque, a nonno Isidoro -o nonno D’oro come solevamo chiamalo da bambini- perché credo di essere stata molto fortunata ad averlo avuto accanto in tutti questi anni ed a potere interiorizzare una persona di grandi qualità umane, brillante e libera.
Mi raccontava spesso che, un giorno, quando ero molto piccina, mi volle portare a riposare insieme a lui, dopo pranzo.


Dopo un po’ di tempo, gli altri, rimasti in sala da pranzo, si aspettavano che fosse mio nonno ad annunciare che mi fossi addormentata e che, invece, da quel lungo corridoio emersi io, piccolissima, ad annunciare a tutti: “nonno
lomme, nonno lomme”. Oggi mi sembra che si stia ripetendo un po’ quel copione. Il nonno dorme, ma dormirà di un sonno più profondo, prolungato ed importante, portandoci in un tempo ed in uno spazio in cui sarà bello potere
riassaporare e riappropriarsi di ciò che ci lascia.
Spesso mi ritrovavo ad ascoltare diverse persone raccontarmi della stima nutrita verso mio nonno. All’inizio non capivo a cosa potessero riferirsi perché ero solo una bimba e l’idea che avevo di mio nonno, allora, era legata
principalmente ad una figura affettiva, ad una colonna sicuramente inestinguibile ed inestimabile della mia esistenza, che tutti, a partire dai figli, amavano e rispettavano, ma non perchè legata a particolari qualità, ma perché era,
appunto, “il Nonno”. Poi, pian piano, crescendo, mi fermavo volutamente ad osservarlo, a parlargli, e mi accorsi che effettivamente lui aveva qualcosa di speciale. Ma non si trattava di una specialità legata ad un’idea di perfezione o di
superiorità personologica: lui portava con sé l’alto valore del rispetto dell’altro ed un profondo senso di libertà e fiducia nella vita. Non a caso il profondo amore per il mare, per la musica lirica e per la natura.
Un Uomo assolutamente sereno, pacato, gentile con tutti, di non molte parole, ma pronto a dire sempre quella giusta, anche una semplice parola, ma nel momento appropriato. Un nonno che non si è mai permesso di criticare, o
giudicare, il comportamento di nessuno figlio, nipote, parente, cliente, ma semplicemente di Esserci se ne avessimo chiesto l’aiuto. E così è stato.
Credo che prima di abbandonare la dimensione terrena, mio nonno abbia riflettuto sul fatto che, in qualsiasi ambito della sua vita, la sua personalità gli abbia consentito di trarre notevoli soddisfazioni: in famiglia è sempre stato molto
amato; fino alla fine ha potuto godere dell’amore sincero della moglie, la mia carissima nonna, di cui si è preso cura negli ultimi anni con alta abnegazione, sino a quando la sua salute glielo ha consentito; molto amato da figli e nipoti,
che gli sono rimasti accanto con profondo rispetto. Sul lavoro, sono innumerevoli i messaggi di stima, le parole di alto contenuto a lui associate e quell’elegante e garbata dialettica che disseminava che, quando parlava, lasciava spesso
l’interlocutore senza parole. E poi, dulcis in fundo, ma non da poco, il Mare. Ho sempre pensato che gli uomini di mare, ed anche chi ama il mare come lo ha amato lui, non solo fosse capace di conoscerlo e rispettarlo, come dicono i
detti, ma credo che abbia anche un’anima intrisa di una saggezza profonda come il mare ed infinita come l’orizzonte: ancora ricordiamo bene un evento in cui mio zio si trovava a molte miglia di distanza dalla terraferma, per via di un’avaria al motore, e mio nonno senza esitazione partì con la sua barca, neppure così di grandi dimensioni peraltro, a rimorchiarlo e riportarlo a casa. Con lui ci si sentiva veramente al sicuro.
“Non ha mai colto l’occasione di evidenziare e di prevalere sull’altro quando ne avrebbe avuto la possibilità. La sua statura morale è di alto livello perché il nonno non è mai voluto essere superiore a qualcuno, ma solo se stesso e, te lo
dico con il cuore, questo mi ha trasmesso sia nella professione che nella vita: di non offendere mai l’altro” mi racconta al telefono il mio caro cugino romano Andrea. “Amante della pesca e del mare; amante delle libere scelte contro i pregiudizi. Serietà. Umiltà. Costanza…il nonno era tipo un rivoluzionario secondo me” mi scrive Bruno. “Ci ha lasciato tanti insegnamenti, diretti ed indiretti, e questi non scompariranno mai. Era difficile non rimanere
affascinati dal suo modo di fare. Custodiremo per sempre questi dolci ricordi. Spero un giorno di poter essere anche solo la metà di quello che sei stato” scrive mio fratello che porta il suo nome e ha scelto anche la sua stessa
professione. “Anzitutto non è stato monolitico…il nonno ha avuto un’evoluzione…ha dato tanta libertà alla nonna, a quei tempi impensabile, liberissima di esplorare, viaggiare e coltivare le sue passioni. Non ha mai imposto il suo modo di vedere agli altri e, soprattutto, negli anni si è adattato. E’ una grande qualità che ho colto nel nonno , quella di non essere sempre uguale a se stessi, di non vedere le cose sempre allo stesso modo, con rigidità, ma di evolversi con ciò che
cambia e muta. Mi sono sempre sentita incoraggiata da lui; mi ha sempre regalato dei libri bellissimi. Quando non ho perseguito ciò che anche lui si aspettava per la mia carriera, non ho mai percepito in lui delusione o sconforto; anzi si
è sempre interessato di ciò che avevo scelto di fare. E’ una grande dote quella di lasciare che l’atro sia quello che vuole essere e che è liberamente” scrive Eugenia.

Siamo tanto grati a lui per il corredo di valori che oggi ci lascia e di cui, credo, riusciremo a fare tesoro nelle nostre vite.

“Sei andato in cielo…nonno mi mancherai, mi mancheranno i tuoi abbracci, i tuoi baci, quando mi chiamavi
“nipota”. Per me eri speciale, sei la luce della mia vita. Fai un buon viaggio lassù. Ti adoro per come sei” Anita.

I TUOI NIPOTI: SILVIA, EUGENIA, ANDREA, MAGDA, ISIDORO, FEDERICO, BRUNO, DARIO ED ANITA