Coronavirus, Zappalà Asp Trapani:” Lavoriamo su tre azioni. 7 i presidi ospedalieri. All’Ospedale di Marsala resistono i reparti. Non facciamo allarmismi e strumentalizzazione politica”

Coronavirus, Zappalà Asp Trapani:” Lavoriamo su tre azioni. 7 i presidi ospedalieri. All’Ospedale di Marsala resistono i reparti. Non facciamo allarmismi e strumentalizzazione politica”

Stamani nella sede dell‘Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, il Commissario Straordinario Paolo Zappalà, ha tenuto una conferenza stampa – coadiuvato dal dottor Gianformaggio dell’U.O.C. di Otorinolaringoiatria – circa le misure sanitarie attivate dalla direzione strategica per fronteggiare l’emergenza Coronavirus in Provincia e il piano organizzativo per la gestione dei pazienti sul territorio.

Lavoriamo su tre azioni: assistenza ospedaliera per pazienti Covid e non Covid in base anche alle direttive della Regione; identificazione dei nuovi contagiati per isolarli, fare i tamponi ed effettuare una strategia di comunicazione; ricerca di laboratori che fanno tamponi molecolari in capacità produttiva elevata, gli unici formalmente riconosciuti per accertare il Covid”, esordisce Zappalà, mostrando delle slide con le curve contagi, guariti e dimessi, distribuzione territoriale e strutture sanitarie Covid. Un quadro che mostra una situazione epidemiologica in crescita, seria ma sul quale l’Asp sta intervenendo: “Non facciamo allarmismi e strumentalizzazione politica”.

Al momento sono 7 i presidi ospedalieri coinvolti – Marsala, Mazara, Salemi, Castelvetrano, Trapani, Alcamo, Pantelleria – “Non distanti l’uno dall’altro ed è un elemento di forza – dice Zappalà – perchè siamo in grado di salvaguardare anche le patologie non Covid. Quindi se da un lato dobbiamo convertire alcuni presidi in Covid, dall’altro ce ne sono altri che garantiscono altre prestazioni. Abbiamo realizzato 30 posti a Mazara, già attivi, 52 a Marsala tra cui 6 di terapia intensiva e a Salemi 10 “post-acuzie” ovvero per persone con Covid non gravi ma che non sono autosufficienti ed hanno bisogno di assistenza. Il tutto fatto in tempi rapidi: abbiamo creato reparti infettivi in ospedali non attrezzati e stipulato una convenzione con hotel (32 posti) per pazienti positivi autosufficienti che però non possono svolgere la quarantena, per vari motivi, nel proprio domicilio. L’obiettivo entro il 15 novembre sarà trovare quindi 120 posti letto, tra cui 90 di sub intensiva e 12 di intensiva al Paolo Borsellino”.

L’ospedale di Marsala è stato al centro dell’attenzione nei mesi scorsi; la neo Amministrazione comunale aveva chiesto il mantenimento delle prestazioni essenziali. Al momento comunque resistono i reparti Nascite, Ostetricia e Pediatria, Emodialisi, chirurgia d’urgenza e cardiologia d’urgenza. “Chiariamo che se stai male non per Covid vieni subito assistito a Marsala; ma entriamo nella logica – spiega Zappalà – che è più facile essere assistito in un ospedale, anche non vicino, ma fornito degli impianti adeguati. Inoltre il Pronto Soccorso per ora resta attivo. Non mandiamo messaggi sbagliati. Peraltro a Marsala c’è anche una eccellenza, tra ospedale ed ex Inam, la risonanza magnetica prostatica e vengono garantiti gli accessi in Radiologia”.

Il grafico sui posti letto ci mostra il bicchiere mezzo pieno e ci sono posti letto altresì per pazienti fuori Provincia. “Quando qualcuno dice che i pazienti non Covid non vengono assistiti è falso – dice il numero 1 dell’Asp -, si genera un ingiustificato timore tra le persone. Naturalmente se cresce la curva dei contagi dobbiamo prendere decisioni più drastiche. Stiamo lavorando per trovare la quadra”.

Sul fronte della sorveglianza sui contagi, queste le azioni adottate: 18 operatori per Contact-tracing, 15 dirigenti medici per indagini epidemiologiche, 15 dirigenti + 50 operatori sanitari per la sorveglianza sanitaria di positivi e i loro contatti, 16 operatori per il servizio telefonico dedicato, attuazione di comunicazione con i Mmg e i Pls, con Amministrazioni locali e Forze dell’Ordine, gestione dei tamponi e dei referti e delle disposizioni di isolamento e di fine quarantena, gestione della piattaforma informatica per la raccolta dei dati con 4 operatori e 3 medici del Registro Tumori e dello Spre.S.A.L. In ogni distretto sono attive le USCA con 7 operatori sanitari. Le Usca si occupano di: gestione di pazienti Covid-19 positivi asintomatici o pauci-sintomatici che non necessitano di ricovero e isolamento presso il domicilio o presso strutture; valutazione di pazienti che si rivolgono all’Assistenza Primaria, al Servizio di Pediatria di libera scelta o al Servizio di Continuità Assistenziale con sintomi sospetti; gestione di pazienti in isolamento domiciliare, in quanto contatti stretti o provenienti da zone a rischio. Verrà attivata a breve una “Uscas” specifica per le scuole.

Sul fronte comunicazione, l’Asp ha attivato un numero verde, 800-402346, per rispondere alle richieste di carattere sanitario sul Coronavirus, attivo lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 14, martedì e giovedì dalle 9 alle 17.30. Per quanto concerne le Tac, nei presidi ci sono due Tac, ma nel caso in cui c’è urgenza, la Tac si sanifica per garantire massima sicurezza. Zappalà è intervenuto infine sul supporto psicologico: “È stato attivato un servizio di assistenza psicologica telefonica per i soggetti positivi in quarantena domiciliare o autoisolamento. E’ pure attivo un servizio di assistenza psicologica nei reparti Covid degli ospedali di Marsala e Mazara attraverso la presenza di una psicologa, la dott.ssa Salomone, che si occupa dei pazienti, dei loro familiari e degli operatori sanitari, questi ultimi ci preoccupano molto”.

Per la terza azione, l’Asp sta cercando di intensificare tamponi e test, acquistando un macchinario ad hoc. Al momento la capacità attuale di processo dei tamponi è di 400/500 test al giorno con l’obiettivo di raggiungere i mille test al giorno.

Individuate naturalmente una serie di criticità annose: le liste di attesa sempre più lunghe, medici e operatori sanitari che mancano (“Un giovane medico che si laurea e specializza altrove, qui non vuole venire a lavorare, ma è un problema nazionale”) nonostante si stia sopperendo con i concorsi.