Covid19, in Italia morti 18 giornalisti. Doveroso pubblicare il triste elenco per sottolineare che anche loro, pur con evidenti distinguo, sono in prima linea nella guerra contro un virus che non fa sconti a nessuno

Covid19, in Italia morti 18 giornalisti. Doveroso pubblicare il triste elenco per sottolineare che anche loro, pur con evidenti distinguo, sono in prima linea nella guerra contro un virus che non fa sconti a nessuno

Condividiamo l’articolo apparso oggi sul sito web Giornalisti Italia diretto dal carissimo collega Carlo Parisi

ROMA – Sono 18 i giornalisti uccisi, in Italia, dal coronavirus responsabile della pandemia che sta flagellando il mondo. 18 colleghi, professionisti e pubblicisti, morti in seguito al contagio da Sars-Cov2.
Un triste elenco, che non avremmo voluto stilare, ma che riteniamo doveroso pubblicare per sottolineare che anche i giornalisti – pur con gli evidenti distinguo determinati da mansioni ed età diverse – sono in prima linea nella guerra contro un virus che non fa sconti a nessuno.
Un elenco doloroso, che sino ad oggi nessuno ha stilato e che ci auguriamo di non dover aggiornare.
Questi, dunque, i giornalisti vittime del Covid-19 nel nostro Paese:

1. Giovanni Bartoloni, 51 anni (Roma)
2. Riccardo Bellentani, 69 anni (Bergamo)
3. Rino Felappi, 96 anni (Milano)
4. Franco Galelli, 55 anni (Brescia)
5. Massimo Mainardi, 78 anni (Pesaro)
6. Raffaele Masto, 66 anni (Milano)
7. Rosario Mazzitelli, 71 anni (Napoli)
8. Paolo Micai, 60 anni (Genova)
9. Gianni Molè, 61 anni (Ragusa)
10. Stefano Montomoli, 69 anni (Siena)
11. Luciano Pellicani, 81 anni (Roma)
12. Sergio Perego, 72 anni (Lecco)
13. Gaetano Rebecchini, 95 anni (Roma)
14. Mons. Vincenzo Rini, 75 anni (Cremona)
15. Marcello Sanzo, 85 anni (Novara)
16. Giuseppe Scaccianoce (Pino Scaccia), 74 anni (Roma)
17. Claudio Traversa, 54 anni (operatore tv, Bari)
18. Lillo Venezia, 70 anni (Catania)

Sono loro i 18 uomini dell’informazione ufficialmente uccisi dal virus in Italia dall’inizio dell’emergenza ad oggi. Parliamo – attenzione – delle vittime accertate, perché in molti casi segnalati alla redazione di Giornalisti Italia – colleghi morti di infarto o polmonite dopo una febbre alta, nella prima fase della pandemia –, non essendo stata eseguita alcuna autopsia, non è stato possibile attribuire il decesso al coronavirus. (giornalistitalia.it)