David Sassoli chiede un’azione immediata ed efficace per combattere il cambiamento climatico nella regione mediterranea

David Sassoli chiede un’azione immediata ed efficace per combattere il cambiamento climatico nella regione mediterranea

Bruxelles  

Discorso di apertura del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, durante il VII Vertice dei Presidenti dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM)

Cari colleghi, signore e signori,

Sono lieto di potervi accogliere oggi a Bruxelles, alla 16a edizione del Vertice dei Presidenti dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo, seppur in condizioni non ancora ideali, e invio il mio più cordiale benvenuto a coloro che non hanno potuto raggiungere la nostra sede e parteciperanno dunque tramite il web.

Lo scorso anno, il Parlamento Europeo ha ricevuto la presidenza dell’Assemblea in condizioni che possiamo definire eccezionali marcate dalla pandemia globale. Nel corso di questo mandato, che terminerà domani con il passaggio di consegne alla Camera dei rappresentanti del Marocco, il Parlamento europeo aveva delineato due priorità fondamentali.

La prima, politica, consisteva nel rafforzare il ruolo di scrutinio e la partecipazione dei parlamenti degli stati membri dell’Unione per il Mediterraneo nell’importante dibattito relativo al cambiamento climatico e al drammatico impatto che questo sta avendo nella nostra regione. 

Credo sia a tutti evidente che i nostri cittadini chiedono risposte serie e sensate. Il cambiamento climatico, per lungo tempo sottostimato e trascurato, è diventato ora il centro del dibattitto politico come dimostrato dalla eccezionale partecipazione alla recente conferenza sul clima di Glasgow, il cui risultato, per quanto apprezzabile, è stato a mio avviso inferiore alle aspettative.

Gli anni a venire avranno un’importanza capitale per poter meglio comprendere come l’Europa e i Paesi del bacino del Mediterraneo potranno affrontare con successo questo fenomeno epocale in modo efficace e condiviso.

Non ci sono soluzioni semplici. L’aumento costante della temperatura, il cambio del clima, la progressiva riduzione delle risorse idriche, fenomeni questi una volta impercettibili ma ora del tutto evidenti e in fase di accelerazione, ci interpellano e richiedono a noi legislatori delle scelte rapide, coerenti e ambiziose.

Credo che sia evidente a tutti che il tempo della negazione, il tempo degli indugi, il tempo delle resistenze al cambiamento di uno stile di vita che si sta rivelando insostenibile per il pianeta, siano dietro di noi.

La portata della sfida di oggi è senza precedenti. La pandemia di COVID-19, ci sta dimostrando che in casi come questi le frontiere non contano più perché nessuno è al riparo da questi fenomeni. Siamo dunque chiamati ad uno sforzo congiunto e condiviso che ha rari precedenti nella storia dell’umanità per ripensare il nostro stile di vita, per trovare e mettere in opera nuove e più performanti tecnologie ambientali. 

Avremmo dovuto insegnare noi ai nostri figli e ai nostri nipoti che il dono che ci è stato fatto, il nostro mondo, non ha risorse infinite ed è ben più fragile di quanto pensassimo. Permettetemi di dire che troppe volte è accaduto invece il contrario. Va dato atto alla nuova generazione di giovani di aver, in alcune circostanze, colto prima e meglio di noi l’urgenza di tale cambiamento di rotta. 

Nessuno si può esimere perché nessuno è al riparo dal cambiamento climatico, specialmente nella regione mediterranea così bella e carica di storia ma così fragile.  L’Europa, come altri paesi, si è dotata di un’ambiziosa agenda verde, il cosiddetto Green Deal (il Patto Verde per l’Europa), che intende ridurre drasticamente le emissioni nocive e dunque il riscaldamento climatico e promuovere un’economia e uno stile di vita più sostenibile ed in linea con questi importanti obbiettivi. Questo sforzo non può che venire dall’Europa nella sua integralità inclusi i paesi più lontani dal Mediterraneo.

L’Europa è nata come un progetto comune basato sulla solidarietà e la condivisione di valori e di principi fondamentali. E il cambiamento climatico è appunto una sfida fondamentale a cui tutti sono chiamati a contribuire.

La collaborazione tra paesi del Mediterraneo non è un lusso, non è un’opzione che possiamo decidere di non seguire, ma è invece una necessità impellente per tutti. Sfide come questa si possono vincere solo lavorando insieme e adottando politiche comuni di ampio respiro.

Non è più giustificabile che l’uno o l’altro dei paesi mediterranei, siano essi della sponda nord o della sponda sud, siano lasciati soli a gestire queste sfide epocali. Tutto ciò non solo è moralmente inaccettabile ma è anche pericoloso e a lungo termine estremamente costoso.

Dobbiamo dunque riflettere su come influenzare il dibattito in atto e come convincere gli esecutivi europei e mediterranei a prendere tutte quelle iniziative coraggiose e lungimiranti che permetteranno ai nostri cittadini, ai nostri figli e ai nostri nipoti di vivere degnamente in un mondo meno fragile e esposto a questi cataclismi epocali.

Il dibattito è aperto e vorrei che proseguisse anche sotto l’ispirata guida della presidenza marocchina. La discussione di oggi non deve e non può essere in alcun caso il punto termine del lavoro effettuato durante questo anno ma il punto iniziale di una riflessione profonda che ci tocca tutti da vicino. In merito, spero che la dichiarazione congiunta che ci apprestiamo ad adottare oggi possa appunto rappresentare la base di un percorso condiviso.

Il messaggio che auspico possa partire dalla nostra Assemblea parlamentare, rivolto alle principali istituzioni europee, internazionali, ed ai governi dei partner dell’Unione del Mediterraneo, deve essere chiaro ed univoco: si concretizzi l’adozione di misure immediate ed efficaci di mitigazione dei cambiamenti climatici, e si stanzino le risorse finanziarie adeguate a questa colossale sfida. 

L’altra priorità della presidenza del Parlamento europeo della nostra Assemblea euro-mediterranea, consisteva nel rafforzare il ruolo dei parlamenti nazionali e la loro necessaria funzione di scrutinio e di indirizzo al lavoro dei governi nazionali e della Commissione europea.

Durante la presidenza europea dell’Assemblea è stato possibile gettare le basi di un segretariato permanente che spero inizierà le proprie attività nei prossimi mesi. É auspicabile che il nuovo segretariato possa contribuire ad aumentare l’efficienza della nostra istituzione e a renderne l’azione più rapida ed efficace, specialmente per quanto attiene al lavoro delle commissioni.  È importante che il nuovo segretariato possa assicurare la continuità dei nostri lavori, permettere una gestione più opportuna dei fondi disponibili e una politica di comunicazione più moderna e efficiente.

Grazie alla intensa cooperazione con gli altri membri dell’ufficio di presidenza abbiamo potuto, in tempi brevi, raggiungere risultati importanti ma molto resta ancora da fare per rilanciare il processo di cooperazione euro-mediterraneo e rafforzare la cooperazione tra i nostri parlamenti.

Confido dunque che la presidenza marocchina possa continuare l’importante lavoro finora svolto e concludere con successo questa delicata fase di transizione che ha marcato i lavori della nostra assemblea negli anni scorsi.

Grazie per la Vostra attenzione.

Roberto Cuillo