Papa Francesco:” Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. Oggi Domenica di Pentecoste

Papa Francesco:” Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. Oggi Domenica di Pentecoste

La prima messa celebrata dal Pontefice nella Basilica di San Pietro dopo il lockdown è stata quella per il centenario della nascita di Papa Giovanni Paolo II, il 18 maggio scorso. La ‘Madre di tutte le chiese’ era rimasta chiusa da 69 giorni e non poteva esserci occasione più bella per riaprirla ai fedeli, rigorosamente distanziati e tenuti all’osservanza di tutte le norme di sicurezza prescritte.
Quel giorno Papa Francesco aveva voluto ricordare il Pontefice polacco, da lui canonizzato insieme a Giovanni XXIII il 27 aprile del 2014, come un dono fatto da Dio alla Chiesa: “il Signore ama il suo popolo, – aveva detto – il Signore ha
visitato il suo popolo, ha inviato un pastore”. E anche questa mattina Papa Francesco, da San Pietro, in occasione della celebrazione solenne della Pentecoste, ha parlato di un dono, quello che si ricorda in una delle più antiche ed importanti
feste cristiane: l’effusione dello Spirito Santo.
Il Pontefice ha spiegato che lo Spirito Santo è quell’uno che concilia i diversi. Dunque è la forza unificatrice per eccellenza, l’unione, l’armonia. Ma è, prima di tutto – appunto – un dono, il dono di Dio. Ed è quindi modello di ogni altro
dono vogliano scambiarsi gli uomini. “E’ bello – ha ricordato Papa Francesco – l’inizio della Prima Lettera di Giovanni: “Quello che noi abbiamo ricevuto e abbiamo visto, diamo a voi”.
Lo Spirito, – ha aggiunto il Pontefice – memoria vivente della Chiesa, ci ricorda che siamo nati da un dono e che cresciamo donandoci; non conservandoci, ma donandoci.
Che cosa ostacola gli uomini nel comprendere questa verità? Tre nemici, secondo Papa Francesco: il narcisismo, il vittimismo e il pessimismo.
Il narcisismo – ha spiegato Papa Francesco – fa idolatrare sé stessi, fa compiacere solo dei propri tornaconti, fa ripiegare sui propri bisogni, impedendo di ammettere le proprie fragilità e i propri sbagli. Il vittimismo è altrettanto
pericoloso, perché chiude il cuore, inducendo a lamentarsi ogni giorno del prossimo, nella convinzione che non possa mai arrivare a provare le stesse sofferenze o non sia in grado di spendersi per gli altri, di dare.
Infine c’è il pessimismo. – ha spiegato Papa Francesco – “Qui la litania quotidiana è: “Non va bene nulla, la società, la politica, la Chiesa …”. Il pessimista se la prende col mondo, ma resta inerte e pensa: “Intanto a che serve donare? È
inutile”. Ora, nel grande sforzo di ricominciare, – ha aggiunto il Pontefice – quanto è dannoso il pessimismo, il vedere tutto nero, il ripetere che nulla tornerà più come prima! Pensando così, quello che sicuramente non torna è la speranza.
In questi tre – l’idolo narcisista dello specchio, il dio-specchio; il dio-lamentela e il dio-negatività – ci troviamo nella carestia della speranza e abbiamo bisogno di apprezzare il dono della vita, il dono che ciascuno di noi è.
“Perciò abbiamo bisogno dello Spirito Santo, dono di Dio che ci guarisce dal narcisismo, dal vittimismo e dal pessimismo, ci guarisce dallo specchio, dalle lamentele e dal buio”.
“Perché peggio di questa crisi, – ha concluso Papa Francesco – c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi. Vieni, Spirito Santo: Tu che sei armonia, rendici costruttori di unità; Tu che sempre ti doni, dacci il coraggio di
uscire da noi stessi, di amarci e aiutarci, per diventare un’unica famiglia”.

F.S.