PREMIATO AL FESTIVAL DI MÉNERBES IL FILM-DOCUMENTARIO “PIER PAOLO PASOLINI UNA VISIONE NUOVA” DI GIANCARLO SCARCHILLI

PREMIATO AL FESTIVAL DI MÉNERBES IL FILM-DOCUMENTARIO “PIER PAOLO PASOLINI UNA VISIONE NUOVA” DI GIANCARLO SCARCHILLI

Straordinario borgo della Valchiusa amata da Francesco Petrarca, considerato uno dei centri più belli della Provenza e di tutta la Francia, Ménerbes ospita un Festival del Cinema Italiano (29 luglio-3-agosto), giunto alla sua XI Edizione, con
un’importante Sezione dedicata quest’anno a Pier Paolo Pasolini a 48 anni dalla scomparsa. Fra i premiati, il regista e sceneggiatore Giancarlo Scarchilli per il suo film documentario “Pier Paolo Pasolini. Una Visione Nuova”, presentato al
Torino Film Festival, nelle sale per alcuni giorni e disponibile ora in DVD.

A Ménerbes Scarchilli è stato anche inserito in un’esposizione di ritratti d’autore che vedono come protagonisti i più famosi registi del panorama contemporaneo.


“Mi ha fatto un grande piacere trovarmi inserito in una mostra di ritratti dedicati ad illustri e stimatissimi cineasti. Non me lo aspettavo! – ha dichiarato Giancarlo Scarchilli – In questi ultimi anni al Festival di Ménerbes dedicato al Cinema
Italiano, sono stati presentati tre miei film: “VITTORIO racconta GASSMAN”, “The King of Paparazzi” e “Pier Paolo Pasolini. Una Visione Nuova”. I film sono stati accolti molto bene da critica e pubblico francese. Probabilmente – ha
aggiunto il regista –hanno colpito molto anche il pittore Richard Roux Giuge, presente ogni anno a questo Festival in Provenza. Ovviamente sono stato sorpreso ed onorato di essere stato accostato ad una simile compagnia di illustri
protagonisti del Cinema. La mia dedica va a Blasco Giurato e Andrea Purgatori, ambedue scomparsi da poco tempo e presenti nel mio ultimo film “Pier Paolo Pasolini. Una Visione Nuova”.
All’uomo solo contro tutti, al “ribelle assoluto”, all’impareggiabile “avventuriero della mente”, al “cantore del rimpianto”, Giancarlo Scarchilli preferisce (e sceglie) il Pasolini “rabdomante del talento”, l’artista generoso capace, con la sua
presenza, di operare metamorfosi nelle vite degli altri. Attraverso materiale di repertorio, interviste, scene di film e sequenze ancora inedite, Scarchilli propone la sua “visione nuova” e ricostruisce l’immagine a tutto tondo dell’uomo che
seppe penetrare “così profondamente la realtà da predire il futuro”, individuando nella relazione umana lo strumento supremo del cambiamento: da Bernardo Bertolucci a Vincenzo Cerami, da Sergio Citti a Laura Betti, ma anche Dante
Ferretti, Danilo Donati, Ennio Morricone, David Grieco, Nino Baragli, Tonino Delli Colli, Ninetto Davoli e moltissimi altri personaggi divenuti artisti grazie al potere maieutico di Pasolini e alla sua capacità di plasmare i destini. “Anche tu eri
fatto d’amore. – scrisse del resto Oriana Fallaci nella sua lettera straziante a Pasolini pubblicata a pochi giorni dalla morte – La tua virtù più spontanea era la generosità. Regalavi a piene mani a chiunque chiedesse”.


“Ho avuto la fortuna e l’onore di presentare al Cinema Golden di Marsala l’opera di Giancarlo Scarchilli – ha dichiarato la Direttrice del Vomere Rosa Rubino – e sono rimasta immediatamente colpita dalla particolare prospettiva scelta dall’autore: un taglio originale che induce alla riflessione e all’autoriflessione, perché è in fondo la straordinaria esplorazione di un tema speciale e complesso, quello dell’incontro. Partendo da Pasolini, Scarchilli propone lo scandaglio di un luogo denso di mistero e di energie: il territorio della relazione fra gli individui, lo spazio in cui un “io” si confronta con un “tu” e in quel “tu” rinasce, ogni volta diverso. Incontrare l’altro, ci insegnano Pasolini e Scarchilli, significa

sperimentare la natura trasformativa di ogni rapporto”. In questo gioco di forze potenti, – ha aggiunto la Direttrice del Vomere – nei molti volti in cui Pasolini si è specchiato, nelle diverse esistenze in cui è entrato, modificandole, egli continua

quindi a vivere. Alla struggente conclusione della lettera di Oriana Fallaci, dunque – “Eri una luce, e una luce s’è spenta” – possiamo forse opporre, oggi, il nostro “no”.

Federica Sbrana