Senato,non passano le mozioni di sfiducia al Ministro Bonfede. “Sono soddisfatto, ora al lavoro.La stella polare è la Costituzione”

Senato,non passano le mozioni di sfiducia al Ministro Bonfede. “Sono soddisfatto, ora al lavoro.La stella polare è la Costituzione”

Non passano le due le mozioni di sfiducia presentate ieri, in Senato, al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Numerose le presenze, accesa la discussione nell’Aula di Palazzo Madama, tesa l’atmosfera fino all’ultimo conteggio.
131 sì, 160 no, 1 astenuto e 297 presenti: questo l’esito della prima mozione, quella del Centrodestra. 124 sì, 158 no, 19 astenuti, 302 senatori presenti, 301 votanti: questo, invece, il risultato della “mozione Bonino”.
La scelta del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria fu discrezionale – ha ribadito il Ministro Bonafede. E sulla decisione che lo portò a nominare Francesco Basentini invece di Antonino Di Matteo, non ci fu
“nessun condizionamento. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione”.“E’ totalmente falsa l’immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi”, ha affermato Bonafede. I giudici che hanno scarcerato i detenuti in questi ultimi mesi lo hanno fatto in base a leggi “in vigore da 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato”.
A tenere alta la tensione fino all’ultimo, la posizione di ‘Italia Viva’.
“Sono soddisfatto, ora al lavoro” – ha commentato il Ministro Bonafede. “Ho sempre rigettato l’idea di una giustizia divisa tra giustizialismo e garantismo. – ha aggiunto – La stella polare è la Costituzione. Importante che maggioranza abbia
trovato sintesi”.
I fatti sono noti e riguardano le scarcerazioni, nelle ultime settimane, di circa 376 detenuti, dei quali 3 boss mafiosi ed altri esponenti della criminalità nel circuito detentivo di “Alta sicurezza 3”, inviati ai domiciliari per questioni di salute
legate all’emergenza Covid-19. I tre usciti dal 41-bis sono Pasquale Zagaria, Francesco Bonura e Vincenzo Iannazzo. Dei restanti 373, 196 sono in attesa di giudizio. La lista è arrivata a fine aprile alla Commissione Parlamentare Antimafia,
che l’aveva più volte sollecitata al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Una sconfitta per lo Stato, secondo l’ex-Ministro di Grazia e Giustizia e parlamentare socialista Claudio Martelli e non solo secondo lui. “La certezza della pena, in un Paese democratico, – ha commentato in un’intervista a ‘La Repubblica’ del 6 maggio Maria Falcone, sorella del giudice ucciso da Cosa Nostra nella strage di Capaci, il 23 maggio 1992 – non dovrebbe mai essere messa in discussione. E ripeto: mai”.
Ciò che ha allarmato l’opinione pubblica e sollevato le proteste delle opposizioni è evidentemente il fatto che siano stati scelti gli arresti domiciliari piuttosto che i centri medici e gli ospedali penitenziari e che alcuni soggetti ‘ad alta pericolosità
sociale’ siano tornati nei loro territori. La vicenda – come è noto – ha destato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica anche in seguito alle ultime
quattro puntate (26 aprile, 3, 10 e 17 maggio) della trasmissione televisiva ‘Non è l’Arena’ condotta da Massimo Giletti sull’emittente La 7, durante le quali sono intervenuti, al telefono, il Capo DAP Francesco Basentini, poi dimessosi, il
magistrato Antonino Di Matteo e lo stesso Guardasigilli Alfonso Bonafede. Francesco Basentini ha rimesso l’incarico il 1° maggio ed è stato sostituito da Bernardo Petralia.
Al centro del dibattito pubblico e politico, infatti, c’è anche la nomina del Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nel giugno 2018, inizialmente proposta dal Ministro Bonafede al magistrato Antonino di Matteo, quindi a
Francesco Basentini, poi effettivamente entrato in ruolo. Sulla ricostruzione dei giorni che hanno visto l’iniziale proposta avanzata dal Ministro della Giustizia ad Antonino Di Matteo e la decisione finale che ha portato alla nomina di Francesco
Basentini si è concentrata l’attenzione di queste settimane.
Il 6 maggio, alla Camera, si era svolto il question-time che aveva visto il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ricostruire l’intera vicenda, rispondendo a un’interrogazione presentata dall’On. Pierantonio Zanettin (Forza Italia). In
quella sede il Ministro aveva annunciato l’imminente promulgazione di un nuovo Decreto Legge sulla possibile rivalutazione da parte dei Giudici, alla luce del nuovo quadro sanitario, della persistenza dei presupposti per l’affidamento ai domiciliari dei detenuti di alta sicurezza e al regime 41-bis.
Il 7 maggio il Centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) ha depositato una mozione di sfiducia al Ministro della Giustizia.
Il 9 maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto legge annunciato al question-time del 6 maggio. In base al Decreto “il magistrato valuta la permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di 15 giorni
dall’adozione del provvedimenti, e successivamente con cadenza mensile”. La valutazione, recita il decreto, viene fatta “immediatamente”, quindi anche prima dei 15 giorni, se il Dap comunica “la disponibilità di strutture penitenziarie o di
reparti di medicina protetta adeguati alle condizioni di salute del detenuto”. Il magistrato deve inoltre “sentire l’autorità sanitaria regionale” per fare il punto sulla situazione sanitaria locale e acquisire anche dal Dap “l’eventuale disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta” in cui il detenuto ai domiciliari può riprendere a scontare regolarmente la pena. Inoltre, nell’articolo 3 del Decreto si specifica che, nel caso degli arresti domiciliari. “il Pubblico Ministero verifica la permanenza dei predetti motivi” e continua a farlo “con cadenza mensile”, salvo quando il Dap comunica che ci sono posti disponibili nelle strutture sanitarie del carcere o comunque nei reparti degli ospedali dedicati
al carcere.
Il 12 maggio si è tenuta l’informativa urgente del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede alla Camera (338^ seduta).
Il 15 maggio si è dimesso il Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia Fulvio Baldi. Negli ultimi giorni, in base al nuovo Decreto Bonafede, sono stati revocati gli arresti domiciliari a Francesco Bonura e a Franco Cataldo.
Ieri il voto sulle mozioni di sfiducia.

F.S.