Semplificazione: un difficile equilibrio

In nome della semplificazione, parola oggi molto popolare, l’associazione che riunisce le grandi aziende, pubbliche e private (ASSONIME), chiede di restituire alla P.A. la capacità di decidere, liberandola da lacci e lacciuoli.

Fra le richieste vi è quella di limitare la responsabilità per danno erariale al dolo, eliminando la colpa grave; di sopprimere il reato di abuso d’ufficio; di eliminare i controlli preventivi, esercitati dalla Autorità anticorruzione (ANAC) nel settore dei contratti pubblici, sostituendoli con i controlli ex post. Ciò consentirebbe – sempre secondo Assonime  – di spendere presto e bene i fondi in arrivo dall’ Europa.

Rimane, tuttavia, irrisolta una questione altrettanto cruciale della quale Assonime sembra non accorgersi: come ridurre i controlli senza spianare la strada a furbi e corrotti.

Sul punto, il Presidente facente funzioni dell’Anac, Francesco Merloni, ha di recente dichiarato che: “vi è una bella differenza fra la semplificazione normativa, pur necessaria, e la deroga generalizzata alle regole e ai controlli.

D’altra parte, è utile rammentare che proprio i controlli messi in campo dall’ Anac si sono rilevati particolarmente efficaci in alcune importanti occasioni, quali: Expo di Milano, Giubileo straordinario, ricostruzioni post terremoto, Universiadi di Napoli, bonifica di Bagnoli, solo per citarne alcune.

In conclusione, occorre prendere atto che in un Paese in cui il tasso di corruzione è fra i più alti d’ Europa, alla semplificazione, necessaria per rilanciare le attività di impresa e con esse produzioni e consumi, non possono non seguire i controlli: questa è la “condizionalità” di cui ci sarebbe bisogno e di cui, invece, si sente parlare poco.

Sergio Gerardi