Fino a che punto un individuo può resistere alla sofferenza ed essere considerato un uomo? In “Notte Nera”, l’ultimo madical thriller di Giuseppe Petrarca, il commissario siciliano Cosimo Lombardo lotta fra la morte e la vita

Fino a che punto un individuo può resistere alla sofferenza ed essere considerato un uomo? In “Notte Nera”, l’ultimo madical thriller di Giuseppe Petrarca, il commissario siciliano Cosimo Lombardo lotta fra la morte e la vita

Giuseppe Petrarca è scrittore abituato a trattare temi difficili e scomodi, di forte impatto sociale e di scottante attualità. La sua è sempre una riflessione di ampio raggio su una ‘società dolente’ – come ha voluto definirla in più occasioni –
“una società che ha perso la voglia di sperare e di amare, una società che fa della paura il male principale, che toglie ogni respiro, toglie il futuro a ognuno di noi”. La narrazione di Petrarca sceglie la tecnica del ‘noir’ e la prospettiva degli
ultimi, forse perché la realtà – per essere messa davvero a nudo – ha bisogno di essere guardata nelle situazioni estreme e nelle pieghe più nascoste. E’ la ricerca della verità ad accomunare l’autore al protagonista dei suoi romanzi, il
Commissario siciliano Cosimo Lombardo, divenuto presto da strumento letterario – confessa Petrarca – protagonista indiscusso e ‘alter ego’ dello scrittore.
Giuseppe Petrarca ha al suo attivo già diversi romanzi, svariati racconti e numerosissimi riconoscimenti (Spoleto Art Festival, Premio Garfagnana in Giallo, Premio di merito al Concorso Letterario ‘Milano International’, Premio ‘Campania
Felix’, Premio Emily Dickinson, Premio ‘Comunicare l’Europa’ e molti altri). Da ‘Inchiostro rosso’ – scritto nel 2013 e dedicato al tema delle lobby farmaceutiche – a ‘Corpi senza storia’ (viaggio negli ospedali psichiatrici giudiziari), fino ad
arrivare all’‘Avvoltoio’ (noir sull’immigrazione e sul traffico illegale di organi umani), ciò che domina nella sua produzione letteraria è l’estrema tensione emotiva sottesa agli interrogativi più drammatici e graffianti che interpellano la coscienza individuale e collettiva.
Nel suo ultimo romanzo, “Notte Nera’ (Ed. Homo scrivens), doloroso viaggio nella sofferenza, all’interno di un ospedale in cui il commissario Lombardo sta lentamente uscendo dal coma, la domanda riguarderà il limite entro il quale un
individuo può continuare a considerarsi una persona, capace di conservare una coscienza, una memoria e una ‘condizione umana’. Per gli appassionati di tassonomie e classificazioni, il romanzo può essere inserito nel genere
‘medical thriller’ con un esplicito riferimento al maestro statunitense Robin Cook, forte di oltre 100 milioni di copie vendute nel mondo. Ma Petrarca ama moltissimo anche Jeffery Deaver e il tedesco Sebastian Fitzek.
Tuttavia, in ‘Notte Nera’ le vere protagoniste sono le donne, in primo luogo Carla, la compagna di Cosimo, e Veronica l’infermiera siciliana vittima di violenze e soprusi, che troverà nel Commissario Lombardo la possibilità e la strada della
salvezza. Una prospettiva, quella delle donne, che intesse l’intero romanzo e si arricchisce del lessico esistenziale dell’anima femminile, ricca – sempre – di coraggio, sensibilità, intuizione, determinazione, dignità e amore. Fino a
scoprire due fra le verità più care a Giuseppe Petrarca. La prima: quella che egli stesso ha definito la ‘meraviglia della normalità’, ossia la gioia di vivere contro ogni male possibile nella mai abbastanza apprezzata bellezza della quotidianità.
La seconda: la forza dirompente e catartica della scrittura, unico strumento e unica speranza per liberare l’uomo dal dolore.
Buona lettura.

F.S.