Il marsalese Giorgio Cappitelli: un pediatra che ha fatto crescere la pediatria

Il marsalese Giorgio Cappitelli: un pediatra che ha fatto crescere la pediatria

Nato a Marsala il 9 marzo del 1929 ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia, il 20 luglio 1953, a Palermo con la tesi in pediatria come relatore il Prof.
Michele Gerbasi. Si trasferisce a Torino sotto indicazione del padre che era Direttore amministrativo dello stabilimento Florio. Io ho conosciuto direttamente Giorgio Cappitelli a dei congressi sindacali e di aggiornamento professionale, non sapevo nemmeno che fosse di origini marsalesi, così è nata un’amicizia e quando lui annualmente veniva a Marsala abbiamo avuto modo di confrontarci. Mi ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita tra i quali come mai si trasferì a
Torino. Suo padre era entrato in contatto con Cesare Cugnasco, amministratore delegato della Cinzano (gruppo famiglia Agnelli), nel momento in cui il gruppo Cinzano acquisì la Florio di Marsala i due iniziarono ad avere rapporti di lavoro e personali. Fu proprio Cesare Cugnasco a suggerire al padre di Giorgio Cappitelli, che nel frattempo si era laureato, di conseguire la specializzazione in pediatria in Clinica pediatrica a Torino il quale Direttore era il Prof. Guassardo
(Cesare Cugnasco e il Prof. Guido Guassardo erano molto amici ed entrambi iscritti al prestigiosissimo Rotary Club di Torino). Conseguì così la specializzazione in Pediatria nel 1955 e divenne ricercatore nella Clinica Pediatrica di Torino. In quegli anni la clinica sotto la guida del Prof. Guassardo divenne una struttura altamente specialistica, moderna e sofisticata.
Fu proprio a Torino che Cappitelli conobbe la moglie e si sposò; ebbe un’unica figlia, Angela. Nella sua carriera di pediatra si inserì così bene in questa città, che ciò che lo caratterizzò, fu di aver avuto tra i suoi assistiti sia figli di operai torinesi che figli della Torino benestante. Era molto amico
della famiglia Agnelli, infatti, era invitato e partecipava ai loro eventi di solidarietà. Mi diceva, inoltre, con orgoglio di essere stato fondatore del Rotary Club Torino Sud di cui fu Presidente e nel corso degli anni ricoprì diversi incarichi istituzionali nel Distretto Rotaryano.
Ripercorrere la sua professione di Pediatra di famiglia ci consente di ricostruire la storia della Pediatria in Piemonte e il ruolo fondamentale che i pediatri di Torino hanno svolto nella costituzione del movimento sindacale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Il suo pensiero si fondava sulla convinzione che bisognava creare una rete universale a favore dei bambini, che sarebbe stata una potenzialità preziosa per sviluppare una concezione di assistenza
centrata sulla salute anziché sulla malattia.
Infatti, negli anni Sessanta non esisteva ancora il Servizio Sanitario Nazionale e non c’era il Pediatra di Famiglia. A Torino funzionava la Mutua pediatrica domiciliare e ambulatoriale del pediatra per i dipendenti Fiat (MALF: Mutua Aziendale Lavoratori Fiat) ). Lo stesso servizio specialistico di pediatria ambulatoriale e a domicilio esisteva anche in altre dieci città, tra cui
Vigevano e Livorno. Per la MALF il pediatra garantiva l’assistenza non solo ambulatoriale ma anche domiciliare ai bambini fino ai 9 anni ed era presente anche nelle colonie estive Fiat. Non era invece contemplata la figura del pediatra domiciliare nelle altre numerose mutue: INAM, Mutua Commercianti ecc., dove la cura dei bambini era affidata al medico generico ed era possibile
consultare lo specialista pediatra solo nell’ambulatorio degli Enti mutualistici. L’idea partì dall’ingegnere Vittorio Valletta (Amministratore Delegato della FIAT), che negli anni del dopoguerra a Torino, preoccupato dalle assenze dei dipendenti per malattia e infortuni, decide di istituire la MALF convenzionata con medici generici e pediatri. Fu una vera innovazione. Correva l’anno 1966, mentre in molte città d’Europa il vento del rinnovamento sociale preparava il
temporale che nel 1968 avrebbe portato al sovvertimento dei costumi, nella ancora signorile, operosa e via via sempre più operaia, ma colta Torino; un gruppo di medici, specializzati in malattie per bambini diedero vita a un sindacato, il primo in Italia e, forse, nel mondo. Lo scopo di tale sindacato era di affermare il diritto di questi specialisti ad occuparsi della salute dei loro piccoli
pazienti attraverso prevenzione, diagnosi e terapia; garantendo, così, il diritto delle famiglie ad avere per i propri figli (il bene più prezioso che un essere umano può avere) la migliore assistenza possibile. Sono 17 coraggiosi medici pediatri, tra cui anche Giorgio Cappittelli, per lo più liberi professionisti che, il 14 settembre del 1966, riuniti davanti il notaio dottor Domenico Picca, in corso
Fiume 10 a Torino, danno vita all’associazione; nasce così il Sindacato dei Medici Pediatri di Torino e Provincia. La felice riuscita dell’obiettivo sprona molte regioni del nord a copiare l’esperimento. Sorgono, infatti quasi contemporaneamente, associazioni similari in varie città, con stretti contatti fra di loro. Questo dialogo fra le varie associazioni di pediatri consente di avviare il processo di unificazione delle varie sigle sindacali e 5 anni dopo nasce la FIMP (Federazione
Italiana Medici Pediatri). Era il 21 febbraio 1971, quando a Torino, in una sala dell’Albergo Principi di Piemonte, in via Piero Gobetti n. 15, alla presenza del notaio Picca, si costituisce la FIMP a livello nazionale.
L’azione del sindacato portò, nel 1974, alla sigla di una convenzione con l’INAM per l’assistenza, da parte di specialisti in pediatria, dei bambini da 0 a 12 anni in dodici province pilota, tra cui Torino, Genova e La Spezia. Nel 1978 la convenzione INAM fu estesa a tutto il territorio nazionale, ciò costituì la base per il coinvolgimento dei pediatri che con la legge n. 833 del ‘78 istituì il Servizio Sanitario Nazionale. L’esperimento piemontese fu perorato da grandi cattedratici
come Roberto Giuseppe Burgio e Marcello Giovannini. Il professore Burgio sensibilizzò il prof. Giovanni a che parlasse con il suo amico, allora Ministro della Sanità, Aldo Aniasi per fare in modo che i pediatri fossero coinvolti nella istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (questo aneddoto
mi fu riferito dal Dott. Pier Enrico Castellotti, pediatra di Vigevano). Fu così che fu coronato il sogno di tutti quei pediatri che si batterono per molti anni per far in modo che i bambini potessero essere assistiti dal proprio medico specialista e che le mamme avessero un punto di riferimento nella cura dei propri figli. La prima convenzione con il SSN, nel 1980, non differenziò i pediatri dai
medici generici, ma quella successiva ha previsto un accordo separato, che è stato successivamente rinnovato ed è tutt’ora in vigore. Giorgio Cappitelli fu eletto dai Soci della FIMP, dopo la sua fondazione, Tesoriere. Con Gian Cesare Lamberto, come Presidente, e Gian Carlo Murcio,Segretario Nazionale, fu un trio che ha sempre agito con sagacia, sacrifici e fermezza: che ha ottenuto per i pediatri una convenzione nazionale separata da quella dei medici generici.
Da quel momento per Giorgio Cappitelli la FIMP è stata la propria creatura, quasi una seconda famiglia, a cui si è dedicato fino agli ultimi giorni della sua vita.
Bisogna anche ricordare che fu, ininterrottamente, componente del Consiglio degli Ordini dei medici di Torino e Presidente Regionale dei pediatri del Piemonte fino alla fine della sua carriera.
Cappitelli mi riferì che un suo importante compagno di percorso fu il Professore Dario Pavesio, Professore libero docente e Pediatra ospedaliero (fu il primo Tesoriere Nazionale della FIMP e dopo qualche anno gli subentrò proprio Cappitelli). Pur essendo ospedaliero ha sempre profuso
competenza ed entusiasmo al fine di creare e migliorare il servizio pediatrico di base, ha anche operato per favorire il continuo aggiornamento ed il continuo dialogo (infatti ha fondato il periodico di pediatria “Ospedale Territorio”). Nel processo di organizzazione della pediatria di famiglia, la
stretta collaborazione tra pediatri di famiglia, ospedalieri e universitari è stata l’arma vincente.
Pavesio asseriva che pediatria doveva essercene “una e una sola”.
La collaborazione fra Cappitelli, Pavesio e Lamberto, fu determinante nella riforma dell’assistenza sanitaria nazionale e nella creazione della figura del Pediatra di Famiglia. Fu un lungo ed estenuante impegno, durato dieci anni (dal 1972 al 1982), e portato avanti con tenacia e lungimiranza. Fu
laboriosa e pesante la trattativa con il Governo, ma si riuscì nell’intento di valorizzare la preparazione del medico pediatra e di assicurargli l’esclusiva cura dei bambini. Per sostenere la richiesta di affidare al medico specializzato in pediatria tutti i bambini da curare sia a livello ambulatoriale sia a domicilio, a Torino i pediatri per ben sei mesi furono in sciopero. Nel dettaglio
l’accordo si concluse con il Pediatra di Famiglia che seguì il bambino dalla nascita fino al termine dello sviluppo; solo chi ha la specializzazione in pediatria fu Pediatra ed ebbe in carico la cura degli infanti; negli ospedali venne istituito il primariato di Pediatria; l’età pediatrica venne fissata a 12 anni. In particolare la discussione fu lunga e tormentata per quanto riguarda il limite d’età
dell’assistito dal pediatra. Alla fine di un serrato confronto, il Ministro propose di affidare alla cura del pediatra i bimbi fino ai 4 anni. Gli americani avevano fissato i 18 anni per definire l’età pediatrica e Pavesio propose un’età intermedia, cioè dodici anni e dodici anni furono, perché il Ministro accettò la proposta (attualmente la pediatria di famiglia assiste i bambini fino ai 14 anni, e
i cronici fino a 16 anni; per la pediatria ospedaliera l’età pediatrica è fino all’età dei 18 anni).
Tutto ciò si potè realizzare grazie alla convinzione di pediatri, come Giorgio Cappitelli, che era sicuro che si poteva e si doveva migliorare la situazione, assicurare il miglior sviluppo fisico e mentale possibile del bambino e lavorare per una pediatria sociale e preventiva efficace: era necessario affidare la cura dell’infanzia esclusivamente al medico specializzato in pediatria. Il suo
obiettivo, come quello degli altri pediatri con cui si è battuto, era quello di valorizzare la figura del pediatra e migliorare in Italia la salute dei bambini e degli adolescenti.
Vorrei concludere, questo ricordo, con una massima di un maestro della pediatria Eugenio Schwarz Tiene “penso non sia male che le nuove generazioni che tendono ad avere una memoria molto limitata per persone lontane nel tempo, pensino sia pure fugacemente ai progenitori scientifici” e io aggiungerei anche, ai pediatri che hanno fatto grande la pediatria, di cui Giorgio Cappitelli.

Dott. Angelo Tummarello
Pediatra di famiglia Marsala
Consigliere provinciale Federazione Italiana Medici Pediatri Trapani
già Consigliere Regione Sicilia Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale