Le difese sanitarie di Marsala in età borbonica

Le difese sanitarie di Marsala in età borbonica

Spigolando tra le molte carte ereditate in famiglia, trovo che il
nonno di mio padre, Don Giovanni Piazza, nel 1850 esercitava il
compito di capo delle guardie sanitarie. Egli era assegnato alla
Casina Sanitaria, sede non identificabile con una località della
costa del territorio di Marsala. Le altre postazioni, in ciascuna
delle quali due guardie si alternavano in turni di giorno e notte,
erano così dislocate lungo la fascia costiera:
Boeo, Isola Grande, San Teodoro, Punta Palermo, Timpone
Rosso, Infersa, Salina Curto, Sibilliana, …collazzo (parola
dimezzata), Vulga di Climenti, Baggianotto, Punta Alica,
Stabilimento Ingham, Ponticello, Fossa della Nave, Punta della
Secca, Fragiovanni. (1)
Il corpo delle Guardie sanitarie comprendeva, inoltre, un
“capobarca” e cinque “sorvegliatori marinari”. La struttura nella
quale confinare in quarantena i soggetti riconosciuti affetti da
malattie contagiose era l’Isolotto dello Stagnone denominato
Schola, sul quale erano stati costruiti degli appositi edifici, di cui
tuttora sono visibili i ruderi. Il sito era noto come “lazzaretto”.
Questa era la difesa dalla parte del mare. E quella dalla parte di
terra ?
Erano pressoché inesistenti, malsicure e impraticabili le strade
che da Marsala avrebbero condotto a Palermo. Per la costruzione
della Strada da Marsala a Calatafimi, Don Carlo Piazza, nonno di
mio nonno, fu obbligato a contribuire annualmente tarì 9 e grani
19 a partire da primo settembre dell’anno 1808.(2)

I visitatori stranieri, gli industriali vinicoli inglesi e gli stessi
marsalesi che dovevano andare a Palermo o venirne si servivano
dei collegamenti marittimi. Il giovane Mariano Colicchia, nostro
concittadino, nel marzo del 1840 “partiva per Palermo, in barca
lieto e dopo due giorni vi giungeva co’ genitori dopo avere
sofferto verso Montecuccio furiosa tempesta.(3)
E’ certo che i controlli da una provincia all’altra esistevano ma
questi venivano esercitati non per ragioni sanitarie ma per la
sicurezza dell’ordine secondo il regime poliziesco instaurato dai
Borboni. Nell’archivio storico della nostra Città sono conservati
dei lasciapassare rilasciati ai giovani marsalesi che dovevano
recarsi a Palermo per la frequenza delle lezioni in quella
Università. Ho letto uno dei lasciapassare rilasciato allo studente
Giacomo dell’Orto, divenuto medico ed uno dei sindaci più
ragguardevoli di Marsala.
La fonte di quanto sopra descritto sulle guardie sanitarie e sulle
strade è costituita dai fogli allegati:
1) Soldi alle guardie sanitarie dal 30 settembre al 5 ottobre in
onze, tarì e grani;
Posto Sibilliana li 8 ottobre 1850
Noi infrascritti riceviamo da Don Giovanni Piazza la somma di
onze una, tarì sei sono per soldo dal 30 settembre sino al 5 del
corrente ottobre dico (onze) 1.e 6.—(tarì).
I custodi sanitari
Giuseppe Atello e per esso
Pietro Colandruccio

3) Significatoria a Don Carlo Piazza , in Archivio E. Piazza
4) Il Colicchia si recava a Palermo per il suo noviziato.
Ordinato sacerdote, assunse il nome Salvatore e nel 1861
descrisse lo sbarco dei Mille, a cui aveva assistito, nel
volumetto Discorso e componimenti poetici dell’Accademia
Lilibetana pel primo anniversario dello sbarco di Garibaldi
in Marsala, Marsala, tip. De Dia, 1861

Marsala, 22 maggio 2020 Elio Piazza