Da Gerusalemme a Bagdad

Da Gerusalemme a Bagdad

Pellegrinaggio Frati Francescani di Terra Santa nella Terra di Abramo 

di Fr. Ibrahim Faltas ofm  

31 gennaio 8 febbraio 2023

Un vero viaggio nel tempo, aver ripercorso le antiche strade nella terra di Abramo, e’ stato, per me come realizzare un sogno. Partiti al mattino da Gerusalemme, dopo colazione, arrivati ad Amman per pranzo, e cenare a Bagdad ha veramente dell’incredibile, come in una sola giornata abbiamo camminato, nella Terra di Gesu’, attraversato la Giordania, dove Mose’ ha condotto il popolo d’Israele verso la Terra Promessa, e arrivare a Bagdad, in Iraq, nella Terra di Abramo, nella terra delle nostre origini!. Forse la nostra piccola delegazione di quattro frati francescani, Fr. Rachid, siriano, discreto di Terra Santa, due iracheni Fr. Haitham e Fr. Noor, originari di Qaraqosh, ha aperto la possibilità di tornare pellegrini nella terra del nostro Patriarca Abramo. 

Bagdad, incontro con il Cardinale Sako

L’occasione di questa visita e’ nata con l’invito a partecipare all’ordinazione vescovile di Benedictus Younan, del cugino di Fr. Haitham, a Qaraqosh. 

Arrivati a Bagdad che era stata chiamata “Madinat as-Salam (città della pace) dal califfo Al Mansur, inevitabilmente ci fa pensare alla nostra amata Gerusalemme, la nostra citta’ della pace. Abbiamo portato i nostri saluti da parte del nostro Custode Francesco Patton e di tutti i frati al Cardinale cattolico e Patriarca della Chiesa Cattolica Caldea, S.E. Louis Raphael I Sako, che ci ha riservato una calorosa accoglienza, invitandoci anche ad aprire una nostra missione della Custodia di Terra Santa, a Bagdad, mettendoci a disposizione anche una struttura per noi francescani. Il Cardinale Sako ha condiviso con noi l’esperienza vissuta, raccontandoci particolari della storia della terra irachena martoriata, di una Chiesa distrutta e violata, di crocifissi scolpiti nella roccia che sono stati fatti sparire dalla furia dei soldati dell’Isis. Della grande sofferenza del popolo iracheno che ha dovuto abbandonare tutto, rifugiandosi altrove, per salvare almeno la propria vita e quella dei figli. Oggi la popolazione irachena sta cercando di rialzarsi, le comunita’ dei fedeli sono molto unite e trovano nella Chiesa un punto sicuro, una casa, dove ritrovarsi. Alcuni episodi che abbiamo ascoltato, e che non abbiamo mai letto o conosciuto attraverso i media, ci hanno scosso particolarmente perche’ la Guerra non conosce e non ha nessun limite umano. Anche il Governo aiuta, ha istituito un Ministero dell’immigrazione e dei profughi, abbiamo incontrato in visita ufficiale, la Ministra Evan Faiq Jabro, una cristiana, che ci ha raccontato della sua vocazione ad entrare in un ordine religioso femminile, ma che poi ha scelto di creare una sua famiglia e oggi porta la sua vocazione e la sua missione nel ministero che guida. 

Bagdad incontro ufficiale con la Ministra Evan Faiq Jabro
dell’immigrazione e dei profughi

Nel nostro incontro abbiamo condiviso di continuare a lavorare per portare l’amore e la pace nella terra, rafforzando la fratellanza tra i popoli. 

A Bagdad, si respira l’aria della grande capitale, che porta ancora i segni della Guerra che ha distrutto parecchi siti monumentali antichi e prestigiosi, che la rendevano la seconda citta’ piu’ popolosa del Medioriente, dopo il Cairo, e che era conosciuta anche come la capitale al centro del mondo. 

Commovente è stata poi la visita alla comunità siro-cattolica nella cattedrale di Nostra Signora della Salvezza, di Baghdad dove, dieci anni fa, 48 persone tra fedeli e sacerdoti sono stati uccisi mentre partecipavano alla Messa e qui hanno pagato il prezzo estremo della loro fedeltà al Signore e alla sua Chiesa. 

Da Bagdad ci siamo trasferiti verso Qaraqosh, città santa per cristiani iracheni, dove vive la più grande comunità, il Santo Padre nel suo ultimo 

viaggio in Iraq nel 2021 ha restituito il Libro Sacro, Sidra, che venne salvato dalla distruzione cruenta da parte del califfato. 


Qaraqosh, Omaggio della Custodia di Terra Santa al Vescovo Benedictus Younan 

Qui a Qaraqosh abbiamo partecipato alla solennita’ liturgica per l’ordinazione vescovile di Benedictus Younan, cugino di Fr. Haitham, parroco di Cana, una vera solennita’ e una vera festa per tutti i fedeli locali siro cattolici, che hanno partecipato in silenzio e preghiera per tutta la celebrazione con una numerosa presenza in particolare di uomini e giovani! Questo aspetto mi ha particolarmente colpito, perche’ non siamo piu’ abituati a vederli nelle nostre chiese. Alla celebrazione erano presenti piu’ di 1500 persone, il Patriarca siro-cattolico Younan III, e moltissimi sacerdoti iracheni sono arrivati da tutto il mondo, insieme al Nunzio Apostolico in Iraq, Mons. Leskovar, per unirsi alla preghiera del proprio popolo. 


Qaraqosh, incontro con il Patriarca Younan III 

La nostra prima visita è stata alle famiglie dei nostri frati della Custodia di Terra Santa. Siamo stati ospitati a casa della famiglia di Fr. Noor, la mamma ci ha accolto come suoi figli, preparandoci tutte le specialità della buonissima cucina irachena e con il papà di Noor, un professore universitario è stato un piacere ascoltare la grande cultura del popolo iracheno, che trapelava dalle sue parole. La gente di Qaraqosh ci ha accolti come una benedizione perché venivamo da Gerusalemme, e il loro racconto parla di una fede forte ed incrollabile. Dal 2014 al 2017 sono stati costretti a lasciare le loro case, abbandonare tutto, per sfuggire alla distruzione dell’Isis o Daesh. Dopo questi lunghi anni di stenti e di terrore, sono tornati nella loro città e stanno ricostruendo le loro case distrutte, il loro paese, fieri di essere tornati nella loro Terra sempre più radicati nella fede, e con la forte speranza di ricominciare di nuovo. La gente quando racconta la loro storia, precisa sempre: prima di Daesh e dopo Daesh, nei libri di storia leggiamo prima di Cristo e dopo Cristo, e oggi ovunque nel mondo si parla prima del Covid e dopo il Covid! 

La visita alla scuola materna delle suore francescane a Qaraqosh è stata bellissima, mi sono ritrovato nel mio mondo scolastico, e insieme ai bambini e con Michel, un bambino di 5 anni, abbiamo festeggiato insieme il mio compleanno, e la preghiera dei bambini del Padre nostro in aramaico, ci ha sorpreso per l’intensita’e l’armonia delle parole che i bambini trasmettevano. 

Abbastanza vicino a Qaraqosh si trova Mosul. La citta’ ci ha impressionato tantissimo, ma anche tutta la strada che abbiamo percorso, la distruzione di tutto ovunque, case, monasteri, chiese teste delle statue della Madonna mozzate, luoghi della storia cancellati dalla devastazione di Daesh. Ma su tutta questa distruzione prevale il nuovo Santuario di Dio, che abbiamo incontrato nella popolazione che nella fede è rimasta aggrappata alla propria 

terra e questa e’ la speranza per tutti. Andando verso Mosul, ma anche durante tutto il nostro viaggio abbiamo trovato numerosi check point, ma senza neanche mostrare i nostri documenti era sufficiente dire che eravamo cristiani e ci lasciavano passare senza alcun problema. 

Lasciando Qaroqosh, con un po’ di nostalgia, ci siamo sentiti accolti come in una grande famiglia partiamo verso Erbil dove prenderemo il volo per Bassora. 

Durante il viaggio il paesaggio a volte offre panorami di deserto, ma anche di zone verdeggianti. Erbil, una bella città nel Kurdistan iracheno dove la Cittadella e’ Patrimonio dell’umanita’ e dove qui si ricorda ancora con molta forza, la messa celebrata da Papa Francesco, dove sino a qualche anno fa era impossibile solo pensare di fare questa celebrazione e dove tanti abitanti usavano lo stadio come rifugio dall’Isis. 

Bassora incontro con Mons. Alnaufali Habib Jajou, arcivescovo caldeo cattolico 

Arrivati a Bassora, Al-Basra, la città è diversa dalle altre e la situazione è molto complessa e difficile. Bassora si trova vicino alla confluenza tra i famosi fiumi Tigri ed Eufrate, ed è ricca di canali, ma molti sono prosciugati, e la mancanza di acqua genera in tutto il paese la mancanza di energia elettrica. Anche i giacimenti petroliferi sono in secca, e dalla morte di Sadam Hussein, non è stato fatto più niente per risolvere il problema della mancanza di acqua e di elettricita’. A Bassora ho visitato i progetti realizzati dalla Fondazione Giovanni Paolo II, rivolti ai bambini e ai giovani. Bassora o Al-Basr. Abbiamo incontrato mons. Alnaufali Habib Jajou, arcivescovo caldeo di Bassora, che ci ha raccontato della sua piccola comunita’. La visita alla chiesa del Sacro Cuore, dove abbiamo incontrato il vescovo Atanasios Firas Dardar, vicario patriarcale per Bassora dei siro-cattolici, in questa chiesa, in un cortile, c’e’ una statua della Madonna di Lourdes, e molti sciiti vengono a pregare la Madonna. È accaduto, che anche una bambina sciita, di un quartiere musulmano, di Bassora, si fermasse spesso a pregare davanti alla Madonna, e le venne chiesto, come mai venisse così spesso, la bambina gli rispose che non sapeva bene chi fosse questa donna, ma non la mandava mai via a mani vuote! 

Il Vescovo Firas ha organizzato per noi la visita a Ur dei Caldei e finalmente partiamo verso l’antica Terra di Abramo, padre comune riconosciuto da ebrei, cristiani e musulmani. Ma mentre eravamo in viaggio ci giungono le notizie del terremoto in Turchia e Sira, la nostra gioia è divenuta tristezza e grande preoccupazione. Ho chiamato i frati in Siria, molti sono sopravvissuti al crollo di campanili, di chiese, la gente si è 

rifugiata nei nostri conventi e i nostri frati stanno lavorando moltissimo per aiutare la gente impaurita e chi è rimasto senza niente. Molto preoccupati arriviamo a Ur dei Caldei, dove veniamo accolti da una delegazione di sciiti che ci consegnano corone di fiori, per rendere omaggio alla nostra presenza nella loro terra. Sara’ il capo della delegazione, uno storico che ha conseguito gli studi d’Egitto, che ci fa’ rivivere passo dopo passo tutta l’antica storia di Ur dei Caldei. Come entrare in una pagina della Bibbia, che colloca la storia di Abramo e di questa terra verso il 2000 a.C. È stata un’esperienza bellissima, condivisa con i miei confratelli e con la gente, tanta gente che abbiamo incontrato. 

Abbiamo percorso molti chilometri, incontrando le ferite devastanti dell’invasione dell’Isis, le stesse ferite della Libia, della Siria, e di tutto il Medioriente, che ancora non si sono rimarginate. Millenni di cultura sono stati cancellati dalla guerra, ma il Signore e’ grande, perche’ dona continuamente la forza di rialzarsi e di ricominciare, come per il popolo iracheno che ha vissuto un esodo forzato, ma anche un ritorno per amore della propria terra e per mantenere vive le proprie radici non importa se cristiano o sciita, cio che conta che uniti, superando le incomprensioni e le profonde ferite del passato si cammini insieme verso l’unita’ e verso la pace. 

Fr. Ibrahim Faltas ofm