L’agricoltura sociale rappresenta uno strumento concreto di integrazione e di inclusione per soggetti in condizioni di fragilità, di disagio o di disabilità. Attivo in diversi Paesi europei con il nome di ‘Green care’, questo approccio innovativo
si basa da un lato sul potere ‘per essenza’ terapeutico della ‘coltivazione della terra’, dall’altro sulla simbiosi fra due concetti distinti ma avvicinabili: l’agricoltura cosiddetta ‘multifunzionale’ (ossia da concepire nelle sue molteplici
potenzialità e caratteristiche) e quelli che tradizionalmente erano definiti ‘servizi sociali’, poi declinati attraverso nuove formule lessicali, ma pur sempre legati all’esigenza di trovare soluzioni non generiche e astratte, ma pratiche e
costruttive al delicatissimo tema della disabilità e dello svantaggio psico-sociale o occupazionale. In Italia esistono 3000 aziende e 30.000 addetti in un settore che riscopre l’utilità sociale e l’aspetto solidale del ‘fare impresa’. A regolarlo c’è la
Legge n. 141 del 2015, che inserisce sostanzialmente nella rete territoriale del welfare quelle aziende agricole che aprono la porta ai servizi socio-sanitari, educativi e di inserimento lavorativo.
Due bandi della Regione Sicilia, pubblicati sul sito web dell’Assessorato all’Agricoltura, mettono a disposizione dieci milioni di euro per imprese agricole che vogliano adeguare le loro strutture e realizzare percorsi riabilitativi, abilitativi e di cura, come anche l’inserimento lavorativo e sociale di soggetti fragili, con disabilità fisica, psichica o intellettiva e di fasce di popolazione a rischio emarginazione.
“L’iniziativa – spiega una nota diramata ieri dalla Regione – rientra nell’ambito delle Misure 6.4a e 16.9 del Programma di sviluppo rurale”. “Due bandi che hanno visto la preziosa collaborazione al tavolo della Governance per l’agricoltura
della Garante regionale per le persone con disabilità Giovanna Gambino, che ne ha coordinato gli aspetti sociosanitari.
Una visione operativa, – viene sottolineato – che ha ricevuto i complimenti della direzione generale Agricoltura dellaCommissione Europea. Un cambio di rotta, che risponde concretamente al mondo e ai reali bisogni di inserimento in
agricoltura, nella naturale e moderna declinazione sociale. Due misure che guardano all’inserimento nella filiera agricola di persone con disabilità, svantaggiate e fragili, inseriti in progetti di riabilitazione, con il supporto di figure specifiche lungo tutto il percorso, così come previsto dalla misura 16.9. L’agricoltura al centro di un nuovo “welfare rurale”.
“L’agricoltura sociale – ha dichiarato l’Assessore per l’Agricoltura, Edy Bandiera – è la nuova frontiera delle politiche di diversificazione dell’economia rurale, favorita dall’Unione Europea, insieme all’agriturismo e alle fattorie didattiche.
Agricoltura, campagna e zootecnia, come dimostrato da numerosi studi scientifici, in contesti adeguati, anche dal punto di vista dell’abbattimento delle barriere architettoniche, hanno una funzione terapeutica, riabilitativa e di cura. Il loro
utilizzo, per le azioni di inclusione sociale e lavorativa, restituisce opportunità e dignità alle persone con fragilità e alle loro famiglie, realizzando nuovi modelli di sviluppo in agricoltura”.
Le istanze di finanziamento, potranno essere presentate attraverso il portale Sian della Regione Siciliana entro il 30 ottobre.
F.S.